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Sala 1

Lunedì, 16 Gennaio 2017

Chiusi in una casa isolata in una piccola città sul mare quattro sacerdoti vivono insieme come in una sorta di prigione per espiare i peccati commessi in passato. Vivono osservando un regime rigoroso sotto l'occhio vigile di una custode, quando la fragile stabilità della loro routine viene interrotta dall'arrivo di un quinto uomo, appena caduto in disgrazia, che porta con sé il suo passato oscuro.

 

Scheda

Regia: P.Larrain
Paese: Cile
Anno: 2015
Durata: 98 min
Con: Roberto Farías, Antonia Zegers, Alfredo Castro, Alejandro Goic, Alejandro Sieveking

Trama

In un piccolo villaggio sulla costa cilena vivono quattro vecchi parroci, allontanati dal sacerdozio per motivi di condotta più o meno gravi: deviazioni sessuali, malversazioni, inclinazioni criminali. Passano le loro giornate sempre uguali nel silenzio della preghiera sotto l'occhio vigile di sorella Mónica, finché la fragile stabilità della loro quotidianità viene sconvolta dall'arrivo di un quinto sacerdote che porta con sé quel passato che credevano essersi lasciati alle spalle. 

Critica

Dopo il trittico sulla dittatura (Tony Manero, Post mortem e No) Larraín con quest'opera dalla forza sconvolgente, continua ad indagare e smontare i meccanismi del Potere: qui c'è la Chiesa cattolica, quella dei preti pedofili e dei farabutti, quella degli scandali taciuti e delle inchieste insabbiate, protette dall'impunità che certi gruppi continuano ad avere.
Quattro sacerdoti (tra cui Padre Vidal interpretato dal suo attore feticcio Alfredo Castro) che vivono in una casa alla fine del mondo per espiare una colpa, laddove, senza gli abiti talari indosso, si parlerebbe di crimini dalle conseguenze penali. Qui no, ed è una differenza che grida vendetta a Dio.
Dice il regista: “sono sempre stato tormentato dal destino di quei sacerdoti che vengon rimossi dai loro incarichi dalla Chiesa stessa, in circostanze sconosciute, allontanati dall’opinione pubblica. Nessuno sa dove siano finiti, in qualche modo scomparsi. Dove sono? Come vivono? Chi sono? Cosa fanno?”.

“E Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre”, il film si apre con questa frase impressa nello schermo nero: tutto è tetro e cupo a livelli insostenibili, a partire dalla grana della fotografia che sembra coperta da una specie di patina polverosa che rende quasi indistinguibili i grigi e i neri del cielo, del mare e della terra. Larraín tiene il racconto su un costante livello di tensione e nonostante l'apparente semplicità della sua struttura, ha una potenza cinematografica disarmante che lo rende un capolavoro.

Premi e Festival

Vincitore dell'Orso d’Argento, Gran Premio della Giuria alla 65° Berlinale di Venezia.

Rubrica

«Il film racconta operazioni che la Chiesa cattolica svolge in maniera segreta, ho raccolto materiale attraverso indagini dai metodi inusuali dal momento che internet o inchieste di stampo classico erano del tutto inutili. Ho intervistato ex membri del clero che mi hanno indicato l'esistenza delle case di riposo per sacerdoti con "problemi" e ho scoperto anche che negli Stati Uniti esiste una congregazione internazionale, chiamata "i Servi del Paraclito", che negli ultimi sessant'anni si è dedicata esclusivamente alla cura dei sacerdoti che non possono più continuare a esercitare perché han commesso dei crimini (…) Ma non è un pamphlet, i miei film non hanno mai un obiettivo ideologico, viceversa, il cinema è sempre politico, ma per quel che è, non per quel che dice». (P. Larrain)

 

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