Oltre le colline

Lunedì, 10 Marzo 2014

Dopo esser tornata dalla Germania, in un isolato convento in Romania Alina ritrova l'amica Voichita, che ama dai tempi in cui si erano incontrate da bambine in orfanotrofio.
Alina vorrebbe convincerla a seguirla in Germania ma Voichita ha ormai trovato conforto nella fede e considera le suore e il sacerdote come una famiglia.
Nel tentativo di riconquistare Voichita, Alina entra in competizione con il sacerdote ma, dopo essere finita in ospedale, viene ritenuta da tutti posseduta dal demonio e, in seguito ad alcuni comportamenti inspiegabili, in convento si vedono costretti a legarla ad un tavolo di legno per evitare che possa fare o farsi male. Con l'aggravarsi delle circostanze, il prete e le suore decidono di mettere in atto un esorcismo il cui risultato sconvolge Voichita per sempre.

 

Scheda

Regia: Cristian Mungiu
Paese: Romania
Anno: 2012
Durata: 155 min
Attori: Cosmina Stratan, Cristina Flutur, Valeriu Andriuta, Dana Tapalaga, Catalina Harabagiu

Trailer: http://www.mymovies.it/film/2012/beyondthehills/trailer/

Critica

«La fede è cieca, la fede acceca. Ricopre e soffoca ogni cosa come lo strato di neve che ammanta il convento ortodosso dove Voichita, volto di porcellana da madonna russa, ha trovato la pace della vita monacale. Isolate dal mondo, a distanza di sicurezza dalla città, le donne sono un ecosistema rigido e autosufficiente. Alina, che è arrivata dalla Germania per portarsi via l’amica Voichita, di pace non ne ha mai conosciuta e certamente non può trovarla in mezzo alle suore di nero vestite, che la vedono come un elemento di disturbo da sbolognare al più presto al mondo laico. Due donne, di nuovo, sono al centro della narrazione di Mungiu dopo 4 mesi 3 settimane 2 giorni e, di nuovo, sarà la più forte a farsi carico dell’ingenuità dell’altra. Alina, nel disperato tentativo di recuperare l’intimità con l’amica (compagna, amata, sorella, unico essere umano di cui si fida), si scontra violentemente con la volontà di Voichita di adeguarsi al mondo asettico del monastero, che non ha intenzione di abbandonare. L’insofferenza monta come una fiamma fatale nel gelo oltre le colline: quella delle suore nei confronti dell’intrusa, quella di Alina nei confronti della cieca obbedienza delle monache, e soprattutto del rifiuto di Voichita a tornare fuori, nel mondo, con lei. La rabbia della ragazza non può che essere opera del demonio: l’esorcismo è l’unico modo per sanarla. Comincia un calvario di reiterati tentativi di espulsione del Maligno, che è il corrispettivo in versione cinema verità dei tanti horror demoniaci degli ultimi anni: anche su Oltre le colline, come su quelli, campeggia l’inquietante «tratto da una storia vera». Il fatto è accaduto nel 2005 ed è raccontato in un romanzo d’inchiesta cui Mungiu si è ispirato: come nella sua opera precedente, l’orrore non è fiction ma condizione dello spettatore. Vincitore a Cannes 2012 dei premi per la sceneggiatura e per le due interpreti, il film procede lungo una spirale di cerchi concentrici in cui ogni cosa pare accadere solo per essere annullata e ripetuta, costringe ai tempi dilatati e ritualizzati del convento fino a farlo diventare l’unica dimensione. Salvo poi scaraventarci, nel finale, fuori da quella realtà parallela, nel mondo, spalancando gli occhi sugli esiti della fede cieca.»
(di Ilaria Feole, in FilmTV n. 45/2012)

« [..] Ispirato a un fatto di cronaca che ha fatto molto scalpore in Romania, Beyond the Hills assomiglia a una scommessa. Mungiu estremizza le scelte stilistiche di 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni (Palma d’oro nel 2007) lunghi piani sequenza, inquadrature lente, ritmi dilatati, sembra voler puntare sull’apparenza urticante di una critica alle distorsioni di una religione che si fa superstizione. Eppure la cronaca è solo il pretesto, per porre una serie di questioni decisive, semplicemente facendole emergere dalle azioni e dai comportamenti dei personaggi. Alina, Voichita, il Pope, la Madre superiora, le altre sorelle. Tutte figure di qualcosa, un’idea, un sentimento, che al contatto con l’altro, entrano inevitabilmente in una zona di conflitto, in una crisi. La passione, la pietà, l’intransigenza che è il punto estremo dell’indifferenza. Beyond the Hills è lo scontro tra l’incontinenza del desiderio e la radicalità di una scelta di rinuncia, di un fanatismo amoroso che non è poi così dissimile da quello religioso. Racconta l’impossibilità di declinare la propria vita sull’altro, l’assurdità di un’ortodossia incapace di accogliere l’eccezione, la profonda estraneità della passione rispetto a un sistema sociale rigidamente preordinato a un funzionamento senza scosse. L’istituzione religiosa, quella sociale (la polizia, l’orfanotrofio), la famiglia appaiono, nonostante tutto, sostanzialmente indifferenti al destino del singolo. [..] Il cinema di Mungiu non concede davvero nulla. Non indulge in effetti, non sottolinea né tanto meno tace. Osserva nell’equilibrio apparentemente indifferente di un piano sequenza, costruisce l’intensità sulla durata, quasi si trattasse di una gara di fondo. Non è né empatico né simpatico. Eppure, alla fine, riesce a toccare le radici, fisiche prima ancora che morali, del pathos. È come se, nonostante la sua apparenza iconoclasta, questo cinema richiedesse una prova di fede allo spettatore. Una sfida ai limiti della pazienza fino allo fine. Stop. Siamo finalmente liberi. Eppure ancora incatenati, anima e occhi, a questa meraviglia.» (di Aldo Spiniello in www.sentieriselvaggi.it del 31/10/12) 

 

PREMI E FESTIVAL

Cannes 2012: premio per la miglior sceneggiatura e premio come miglior attrice a Cristina Flutur e Cosmina Stratan

Note

prospettiva donna