Lunchbox

Sala 1

Lunedì, 09 Marzo 2015

Un rapporto epistolare incominciato dallo scambio involontario dei destinatari di cestini per il pranzo, porta Ila e Saajan a farsi brevi confessioni sulle loro solitudini, paure, ricordi e piccole gioie. Scriversi diventerà un modo per sentirsi vicini in una metropoli come Mumbai che spesso distrugge speranze e sogni.

 

Scheda

Regia: Ritesh Batra
Paese: India, Francia, Germania e Usa
Anno: 2013
Durata: 105 min
Interpreti:  Irrfan Khan, Nimrat Kaur, Nawazuddin Siddiqui, Denzil Smith, Bharati Achrekar, Nakul Vaid, Lillete Dubey, Yashvi Puneet Nagar

Trama

Ogni mattina a Mumbai 5 mila fattorini consegnano i cestini del pranzo che le mogli preparano per i mariti al lavoro. Spesso analfabeti, i fattorini sono efficienti e riescono a muoversi nei labirinti della città grazie a un complesso sistema di codifica fatto di colori e simboli. Un giorno però una consegna sbagliata porta la casalinga Ila Singh, abitante del quartiere borghese indù di Dadar, in contatto con Saajan Thomas, un uomo solitario nel crepuscolo della sua vita che vive a Bandra, vecchio quartiere cristiano minacciato dai grattacieli di moderna costruzione. Senza conoscersi, i due cominciano a scambiare messaggi attraverso i cestini, rischiando di perdere di vista le loro realtà.

Critica

Opera prima di Ritesh Batra, Lunchbox viaggia su binari di una delicatezza assoluta, grazie soprattutto alla bravura dei protagonisti e ad una sceneggiatura ricca di momenti felici.
Lontano dalla serenità e dai colori sgargianti di Bollywood, il film è cosparso di una certa amarezza che è in pimo luogo nostalgia del passato, ma anche di un presente che rende faticoso il vivere quotidiano: si apre e si chiude con i treni infatti, tutto è sempre in movimento, come se non ci fosse mai il tempo, né la possibilità, di rimanere fermi. La città di Mumbai sovrabbonda di cose, di persone, di macchine e in questo marasma ogni giorno migliaia di dabbawallahs (letteralmente “uomini-pranzo) trasportano centinaia di migliaia di pasti caldi con incredibili equilibrismi e con la precisione di un orologio svizzero. Uno studio di Harvard ha dimostrato che l’incidenza di errore è di una volta su sedici milioni. Però succede, e può nascere un amore (o quasi). Ila (Nimrat Kaur) e Saajan (Irrfan Khan) lo dimostrano. Chiusi entrambi in una di quelle prigioni in cui l’umanità è così abile ad autoinfilarsi buttando via la chiave, lei è bloccata in un matrimonio senza amore (marito formale nei modi e assente nella sostanza, figlioletta timida e silenziosa), lui è un travet alle soglie della pensione, rimasto da anni a vivere col ricordo della moglie morta e la tipica misantropia dell’uomo che sta invecchiando solo. Il fatale errore di consegna fa scattare l’intreccio su cui Ritesh avvita un film generoso e discreto, una favola romantica al tempo dei Mc Donald. 

Premi e Festival

Vincitore del premio del pubblico al Festival di Cannes 2013 e nomination come Miglior film straniero ai BAFTA 2015. 

Rubrica

Lunchbox, opera prima di Ritesh Batra, naturalizzato newyorkese ma ora tornato a vivere in India, in forza nelle fila di quel cinema indiano indipendente che ha girato le spalle a Bollywood, senza per questo rinunciare a co-produzioni internazionali. “Rendono un prodotto universale – afferma il regista – quando hai un finanziamento internazionale si vede la differenza. Collaborando si fa un film artisticamente rilevante anche rispetto ad altre culture”. Dunque editor e direttore della fotografia statunitensi, ingegnere del suono e compositore tedeschi e così via, ma lo script resta indiano fino al midollo, incentrato com'è su una figura tipica di quel mondo, il dabbawalla. La “scatola da pranzo” è in India una pratica quotidiana, ne sappiamo qualcosa almeno dai tempi dei famosi reportages di Rossellini, negli anni ’60, ma vederle all'opera continua ancora ad avere un fascino per noi occidentali imperterriti masticatori da fast food; c'è in quelle scatole viaggianti il senso di una famiglia che vuole a tutti i costi sopravvivere, pieni come sono di buone cose cucinate secondo ricette millenarie da mogli e madri. E guai se manca una spezia, ci può essere la zia del piano di sopra che se ne accorge dall'odore e la manda giù col cestino appeso ad un filo!

Note di regia
Ho iniziato a girare un documentario sui Mumbai dabbawallas sei anni fa e sono stato con loro per una settimana. Ed è stato interessante vedere quanto sapevano della gente per la quale trasportano ogni giorno cibo. Mi dicevano dettagli su loro, che tipo di cibo amano o che tipo di rapporto hanno con le loro famiglie. Così ho finito per interessarmi più alle persone che ai dabbawallas. La realtà di queste persone era abbastanza affascinante e mi ha ispirato a scrivere lo script – Il mio primo progetto era pronto nel 2011”.

Mi trovo spesso a scrivere storie che raccontano quanto possa essere bizzarra la vita che ti fa trovare qualcosa di straordinario anche nell'ordinario. C'è una eco fortissima di questo in Lunchbox, dove i personaggi scoprono che hanno dimenticato segmenti importanti della propria vita, perché non hanno avuto nessuno a cui raccontarli fino a quel momento. La linea sottile di confine nel film tra il "verismo" e l'aspetto fantastico e sognante, mette alla prova la capacità dello spettatore di credere ancora che tutto possa accadere nella vita”.

Entrambi i protagonisti di Lunchbox vivono in una prigione. Ila è rinchiusa nella prigione del suo matrimonio e Saajan è prigioniero del suo passato. La storia racconta di come il destino guidi le nostre esistenze e di come spesso possiamo scegliere, quando lo vogliamo veramente, di trasformare la nostra vita. Un altro ruolo centrale nel film è quello di Shaikh, un nuovo collega di ufficio di Saajan che quest'ultimo dovrà formare perché possa prendere il suo posto quando lui andrà in pensione. Shaikh è un sopravvissuto. E' un orfano, ha scelto il suo nome e si è costruito una vita in una città difficile come Mumbai. Apparentemente infantile e ingenuo, Shaikh non ha accettato il suo destino senza combattere. A poco a poco la relazione tra il giovane Shaikh e il maturo Saajan si trasformerà in un rapporto padre e figlio e aiuterà Saajan ad emergere dalla prigionia del suo passato”.

Ila vive a Kandivili, il quartiere di Mumbai abitato dalla classe media conservatrice. Saajan vive nel villaggio di Ranwar, nel vecchio quartiere cattolico di Bandra. Fondamentale nella storia è comprendere che i percorsi di vita dei due protagonisti non si sarebbero mai incrociati se non fosse stato commesso un errore nella consegna del lunchbox. Esistono molteplici città all'interno di Mumbai. II loro background e i loro mondi così diversi ci fanno sperare che qualcosa di buono possa accadere anche nei luoghi più inusuali. Esiste un linea sottile che unisce questi due personaggi che va oltre i luoghi in cui abitano e in cui sono cresciuti. Entrambi non vivono bene il loro tempo, amano i programmi tv degli anni '80 e i vecchi Irani cafés di Mumbai. L'espediente dello scambio di lettere tra i due protagonisti che muove la storia, rivela anche la nostalgia per un modo di comunicare ormai superato. Questo film è intriso di profonda nostalgia per i primi anni '80, gli stessi anni in cui io sono cresciuto a Mumbai”.

È molto difficile fare film diversi da quelli di genere in India, perché il pubblico dei film off - Bollywood è di solito un pubblico internazionale che vive fuori dall'India. Spero che lo spirito della storia continui ad attirare anche gli spettatori indiani e che possano essere felici di condividere il significato più profondo del film. L'India sta cambiando, e le storie che riflettono davvero la vita del popolo indiano stanno conquistando il pubblico. A me piacerebbe fare un film di genere, un Bollywood musical, ma dovrei riuscire a dargli uno stile assolutamente personale e a costruirlo intorno a un fulcro emotivo molto forte”.

Irrfan è stato, sin dai nostri primi incontri, molto coinvolto nell' interpretazione della scrittura e abbiamo discusso a lungo prima di iniziare a girare e dopo ogni discussione tornavo a casa e riscrivevo. È riuscito a interpretare il suo personaggio in un modo inaspettato e straordinario. Per i personaggi di Saajan e Shaikh, ho pensato da subito a Irrfan e Nawazuddin Siddique e mi emozionava sapere che avrebbero preso parte al film. Per il personaggio di Ila, ho trascorso quattro mesi tra audizioni e incontri a Mumbai fino al giorno in cui ho incontrato un'attrice meravigliosa proveniente dal teatro, Nimrat Kaur. Ogni attore ha avuto il proprio modo di approcciarsi al testo. Dirigendo questo film, mi sono sentito spesso come tre registi diversi in un corpo solo! Nawaz desiderava improvvisare sul momento perché il suo personaggio dice spesso delle cose inaspettate ed è pieno di stupore e quindi spesso abbiamo improvvisato e con ottimi risultati. Con Nimrat abbiamo lavorato sulla parte per tre mesi prima di iniziare a girare. La sua storia è girata interamente in un minuscolo appartamento di Mumbai e abbiamo indossato i costumi e provato nella location per tre mesi con lei e le bambine”.

Tra i tanti "miracoli" di Mumbai, ce n'è uno che si ripete ogni giorno, da oltre cento anni. I protagonisti si chiamano dabbawallahs - dal marathi dabba, "gavetta" più walla, "trasportatore" - e sono una spina dorsale della ristorazione aziendale. Ogni giorno circa 5000 dabbawallahs consegnano quasi 200.000 pasti caldi, dai fornelli delle abitazioni nelle periferie, alle scrivanie degli uffici, nel centro città e restituiscono i contenitori vuoti alle casalinghe nel pomeriggio. Questo efficiente ed ingegnoso sistema permette a impiegati, studenti e alunni delle scuole elementari di mangiare ogni giorno, il cibo preparato a casa senza rischi di contaminazioni castali o igieniche. Il business comincia nel 1890, e da allora il sistema è rimasto pressoché immutato. Qui, nella città più densamente popolata dell'India, cinquemila fattorini si muovono su biciclette e treni locali, e un ineccepibile sistema 'a staffetta', garante di consegne puntuali. Il meccanismo che permette l'identificazione di mittente e destinatario, invece, si basa su codici di lettere e numeri segnati sulle gavette e facilmente memorizzabili anche da chi non ha studiato. Buona parte dei fattorini, infatti, non sa leggere. Qualche anno fa, l'università di Harvard ha fatto uno studio sul loro sistema di consegna. Ha verificato che mediamente viene commesso solo un errore ogni milione di consegne, considerando che i pasti vengono distribuiti sei giorni a settimana, con qualsiasi tempo, anche durante il monsone e i suoi allagamenti, al costo di un abbonamento mensile che varia tra 3 e 7 euro circa, a seconda della distanza della consegna richiesta. Notevole, oltre all'affidabilità del sistema in sé, l'assoluta fiducia riposta nella correttezza dei Dabbawallahs da parte dei committenti. E' rinomato il fatto che, nei contenitori, le mogli o le mamme possano riporre, oltre al pasto, denaro, messaggi, oggetti di valore... Qualunque cosa desiderino far pervenire ai loro cari con discrezione e non è mai avvenuto che mancasse qualcosa”.

A Mumbai le persone sono come i lunchboxes. La ferrovia trasporta milioni di abitanti da casa al posto di lavoro e poi di nuovo a casa la sera, sembra quasi che si muovano su un nastro trasportatore. Mumbai impone ai suoi residenti dei ritmi frenetici, impedendogli di soffermarsi sui loro sogni o di pensare a cosa ne sarà della propria vita.
La grande città può essere crudele e benevola allo stesso tempo. Questo film racconta la storia di un lunchbox, uno su 1 milione, consegnato per errore all'indirizzo sbagliato e di come la speranza di una vita migliore può qualche volta provenire da dove meno te l'aspetti. "Qualche volta il treno sbagliato " dice Shaikh "ti porta alla destinazione giusta”.

Ritesh Batra in http://www.movietele.it/film/lunchbox/extra 

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