Venerdì 13 luglio: UNA DONNA FANTASTICA

[ Martedì, 19 Giugno 2018 ]

Protagonista la giovane Marina, cameriera e aspirante cantante che ha una relazione con Orlando, più grande di lei di 20 anni. Dopo i festeggiamenti per il compleanno della ragazza, Orlando è colto da un malore e muore davanti allo sguardo impotente della compagna, che poco dopo si ritrova bersaglio delle indagini e dei subdoli sospetti dei familiari di Orlando. Ad alimentare il clima di diffidenza e pregiudizio nei confronti di Marina è la sua identità sessuale: la transessualità della donna è considerata infatti una perversione da parte della famiglia del defunto.

Regia di Sebastián Lelio
Con: Daniela Vega, Francisco Reyes, Luis Gnecco, Aline Küppenheim, Amparo Noguera
Drammatico. Cile, Germania, USA, Spagna, 2017, 104’

"Se il titolo non sembra aver dubbi sulle qualità della sua protagonista - 'Una donna fantastica' - il film gioca maggiormente sull'ambiguità. (...) avanza come su due binari paralleli: da una parte le reazioni che l'identità sessuale di Marina scatena in chi non è disposto ad accettarla, si tratti della famiglia del defunto o di una commissaria di polizia, e dall'altra la volontà della regia (di Sebastián Lelio) e della sceneggiatura (sempre di Lelio e di Gonzalo Maza) di «difendere» il diritto alla riservatezza - se così vogliamo chiamarlo - della protagonista e non rispondere mai alla domanda che aveva fatto il figlio di Orlando. Un modo, questo, per sottolineare da una parte il razzismo e il disprezzo che la buona borghesia cilena (ma evidentemente il discorso vuole andare al di là dei confini geografici) riserva a chi non rientra nelle categorie mentali dei benpensanti, ma dall'altro per non fermarsi al solo discorso moralistico sull'accettazione di chi è considerato «diverso» e spingere invece lo spettatore a identificarsi con Marina e, soprattutto, a farsi carico della sua sensibilità ed entrare nella sua psicologia. Se le scene di violenza verso Marina formano la parte melodrammatica ma anche più prevedibile del film (...) la forza e il cuore del film stanno piuttosto nelle scene in cui una sessualità che non sappiamo bene come definire viene ribadita con belle intuizioni di regia. (...) un film che sa spingere lo spettatore a superare i luoghi comuni per confrontarsi con le prove e i misteri dell'ambiguità, e che l'ultimissima scena con la protagonista che intona l'aria 'Ombra mai fu' dal 'Serse' di Händel suggella con il fascino ineffabile di una musica che infrange le regole dell'identità sessuale." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 19 ottobre 2017)

 

- ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA, MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA ECUMENICA (CONCORSO), TEDDY AWARD COME MIGLIOR FILM AL 67. FESTIVAL DI BERLINO (2017).

- CANDIDATO AL GOLDEN GLOBE 2018 COME MIGLIOR FILM IN LINGUA STRANIERA.

- OSCAR 2018 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.